Perché conviene uscire dall’euro 19-04-2014

Sfatate le paure. Breve analisi per una rinascita economica.

19-04-2014

Perché conviene uscire dall'euro

Riformare la moneta unica, vera camicia di forza che ha soffocato numerose economie, od abbandonarla del tutto?
 
La discussione è da tempo più che mai stringente, resa ulteriormente tragica non solo dalla crisi divenuta ormai vera e propria deflazione ma, purtroppo, dai numerosi suicidi di lavoratori autonomi massacrati dall'euro e perseguitati dal fisco.
 
I poteri forti, naturalmente, tuonano contro l'uscita dalla moneta unica prospettando scenari apocalittici ma in questa sede cercheremo di fare chiarezza smontando, una ad una, le argomentazioni delle lobbies finanziarie.
Un approccio decisamente interessante e degno di attenzione è stato realizzato da Alberto Bagnai, Professore associato di politica economica presso l'Università D'Annunzio di Pescara, il quale ha più volte fornito sereni ed importanti spunti di riflessione purtroppo ignorati da molti.
Da molti ma non da noi.
 
Pertanto da dove iniziare?
 
Innanzitutto dal concetto che uno Stato sovrano ha la libertà di decidere in quale valuta sono espressi i contratti che gli competono come giurisdizione. Di conseguenza tutti i contratti che soggiacciono al diritto italiano verrebbero denominati nuovamente in lire.
Per quanto concerne il cambio, l'opzione più facilmente realizzabile è quella di un cambio paritetico dove 1.000 euro diventerebbero 1.000 lire.
 
A questo punto avrebbe inizio una svalutazione della nuova lira in simultanea al rafforzamento dei Paesi forti. La svalutazione avrebbe comunque effetti estremamente positivi poiché renderebbe le merci italiane molto competitive e, di conseguenza, esportazioni ed occupazione ne beneficerebbero.
Naturalmente l'Italia, essendo un Paese di trasformazione, si ritroverebbe ad acquistare prodotti rincarati a seguito di una divisa svalutata ma tale meccanismo perverso avrebbe luogo in 1 anno circa. Nel frattempo, grazie ad una moneta nazionale svalutata, l'economia in generale ne trarrebbe vantaggio con positive ricadute occupazionali.
 
E' appunto a fronte di queste importanti considerazioni che gli investitori esteri tornerebbero ad affacciarsi sul mercato italiano e non rifiuterebbero altro credito. Un'economia in ripresa, anche se con una divisa svalutata, è comunque preferibile ad un Paese stagnante, economicamente ucciso dalle politiche fiscali e rigoriste di Monti, della Bce e della Merkel che hanno schiacciato i redditi italiani, ridotto la produttività e distrutto il risparmio sia mobiliare che immobiliare.
 
Sarebbe sempre meglio, comunque, di ora che, per via di un euro estremamente forte sul dollaro, le vendite all'estero restano asfittiche. Negli ultimi 12 mesi l'euro si è rivalutato di circa il 10% sul dollaro Usa ma non per questo gli italiani stanno meglio di prima né si sentono più ricchi degli americani.
 
Nel caso di una lira svalutata nulla accadrebbe, ad esempio, ai carburanti in quanto il loro prezzo estremamente elevato è causato dalle accise e non dal costo del petrolio.
 
Come anticipato all'inizio dell’articolo, lo scopo di questo scritto è di portare alla riflessione, valutare argomentazioni tecniche pienamente condivise come quella del Prof. Bagnai ed accantonare quanti, animati da motivi di interesse, si scagliano con anatemi e spauracchi in difesa di un'Europa che non ci appartiene.