La Spagna dice no alla Merkel 25-06-2014
Madrid. Azione forte del governo alla faccia di Bruxelles, Bce e Fmi.
25-06-2014
La Spagna dice no alla Merkel
La Spagna ha detto basta alla Merkel, alla politica della funebre austerità della mitteleuropa e del Fmi, alla cecità di Bruxelles ed alla sudditanza della Bce di Draghi.
E così sono state abbassate le tasse a famiglie ed imprese e non è stata aumentata l'Iva contrariamente alle indicazioni di Bruxelles e del Fmi.
Il Ministro del Bilancio Montoro ha così stabilito tagli progressivi delle imposte in modo da ridurre la pressione, sia per le famiglie che per le imprese, di ben 7,6 miliardi ad operazione conclusa.
Quest'anno l'Irpef calerà dell'8% e fra 2 anni del 12,5%.
Grazie a questo, i contribuenti spagnoli risparmieranno il 23% di quanto pagano ore ed in tal modo 20 milioni di spagnoli avranno a disposizione un reddito di 5 miliardi in più.
Ma non è tutto poiché gli scaglioni si ridurranno passando da 7 a 5 e, per i contribuenti meno abbienti, l'aliquota calerà dal 24% al 20% attuale sino al 19% nel 2016.
Un occhio di riguardo verrà però tenuto anche per quelli più agiati al fine di attrarre soggetti professionalmente e finanziariamente significativi e quindi utili al Paese. Per questi l'aliquota calerà dal 52% al 45%.
Molto interessante anche l'atteggiamento del governo spagnolo verso le società; infatti l'aliquota nominale sui redditi di queste ultime passerà dal 30% attuale al 28% del prossimo anno sino al 25% nel 2016.
Tutto questo sta succedendo nonostante la Spagna si attesti, per quanto riguarda il rapporto deficit/Pil, al 5,6% quest'anno e, secondo previsioni attendibili, al 6,1% nel 2016, molto di più del 3% imposto dai parametri di Maastricht.
Che in Spagna siano impazziti? No di sicuro.
Semplicemente hanno deciso di non morire di anoressia europea, di ridurre la pressione fiscale per far sì che cittadini ed imprese abbiano più denaro a disposizione, denaro che a sua volta verrà messo in circolazione facendo crescere l'economia e, di conseguenza, anche le entrate erariali.
E così, mentre in Italia i cittadini sono fiscalmente rovinati sia sotto il profilo immobiliare (Imu, Ici, Tasi ecc.) che mobiliare (vedi aumento del prelievo dal 1° Luglio), i capitali fuggono all'estero, i cervelli espatriano a tutto beneficio altrui, i ceti abbienti sopravvissuti spendono il meno possibile per non entrare nell'occhio inquisitore dell'Agenzia delle Entrate o della GdF, le auto di lusso non hanno più mercato per i vari blitz tipo Cortina e non si riesce nemmeno a prelevare il proprio denaro senza sentirsi porre domande sul suo successivo uso, la Spagna dimostra con i fatti quale sia la strada giusta da percorrere.