Bruxelles presenterà il conto 03-07-2014
Italia in piena stagnazione. Le politiche economiche europee e l'austerity fiscale hanno solo provocato disastri.
03-07-2014
Bruxelles presenterà il conto
I conti pubblici sono più che mai a rischio a causa di un Pil estremamente debole, di un tasso di disoccupazione in costante crescita e di una inflazione talmente bassa che ormai si può parlare apertamente di stagnazione.
Sul Pil, il governo italiano ha sempre dichiarato stime infondate che lo indicavano intorno allo 0,8% mentre specifiche analisi di altre fonti prospettassero scenari ben differenti.
Ora l'Istat, sulla base dei dati inerenti agli ultimi 3 mesi, stima un Pil oscillante fra il +0,3% ed il -0,1%.
La crescita annua dei prezzi, poi, si è attestata nel mese di Giugno allo 0,3% a conferma dell’estrema debolezza dei consumi.
Intanto scricchiola l'intero impianto italiano degli ammortizzatori sociali e per la cassa integrazione in deroga manca già 1 miliardo.
Il tanto millantato effetto propulsivo per i consumi del bonus di 80 euro non vi è stato al contrario della rapina fiscale, entrata in vigore puntualmente il 1° Luglio, ai danni dei risparmiatori.
Pertanto, a fronte di consumi in calo ed acquisti rinviati, le imprese hanno da tempo iniziato una politica estremamente prudente riducendo al minimo sia la produzione che gli investimenti.
Totalmente impensabile, con un tale scenario, il riassorbimento degli oltre 3.000.000 di disoccupati confermati dall'Istituto di Statistica.
Con inflazione bassa e consumi minimali il debito pubblico italiano è l'unico a crescere a gonfie vele e quindi i tiranni di Bruxelles potrebbero presto chiedere manovre correttive, cioè nuove tasse, per il tanto demenziale pareggio di bilancio precedentemente sottoscritto dall’Italia.
Manovre correttive e nuove tasse del governo Renzi che non potranno che sfiancare ulteriormente un'economia ed un popolo ormai alla rovina, una spirale perversa dalla quale, prima o dopo, sarà indispensabile in qualunque modo uscire.
Le responsabilità? Del governo italiano in primo luogo, succubo dell'Europa e delle sue politiche depressive e contrarie ad investimenti e politiche keynesiane, oltre che di una criminale austerity fiscale.